Zoom, lunghezza focale e messa a fuoco
Nei primi episodi del corso di fotografia di Playerdue Lighting abbiamo introdotto i tipi di macchine fotografiche e i concetti fondamentali da conoscere per avere controllo sulle nostre fotografie, da questa lezione iniziamo a entrare più nel dettaglio sui singoli argomenti, parlando delle due ghiere che troviamo sugli obiettivi: lo zoom e la messa a fuoco.
Gli obiettivi si dividono in obiettivi zoom e obiettivi a focale fissa. Gli obiettivi a focale fissa hanno solamente la ghiera della messa a fuoco, mentre gli obiettivi zoom come suggerisce il nome hanno sia la ghiera dello zoom che quella della messa a fuoco.
La ghiera dello zoom ci permette di cambiare la lunghezza focale, ovvero la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il sensore della nostra macchina fotografica.
Il cambio di lunghezza focale ha come primo risultato la possibilità di zoomare sulle fotografie. Valori piccoli di lunghezza focale (come 18mm) permettono di scattare fotografie più ampie mentre valori più grandi (come 55mm) isolano e ingrandiscono dei dettagli.
Partendo da 18mm (foto sopra), vediamo come senza spostarci e cambiando solamente la lunghezza focale, ci avviciniamo via via sempre di più ai soggetti, passando per 35mm (foto sotto).
Fino ad arrivare alla lunghezza focale massima del Canon EF-S 18-55mm, ovvero 55mm (foto sotto).
Ogni genere fotografico ha le sue lunghezze focali preferite (anche se non ci sono regole assolute, sperimentare è sempre un’ottima idea), per la paesaggistica si tende a utilizzare lunghezze focali sotto ai 20mm, per la ritrattistica si va dai 50mm in su e per la fotografia naturalistica o sportiva si tende a utilizzare teleobiettivi, da 200mm in su per poter inquadrare soggetti molto lontani.
Queste due foto per esempio sono scattate con il Canon EF-S 10-18mm, alla sua massima lunghezza focale di 18mm coincide con la minima lunghezza focale del 18-55mm, come si vede nella fotografia sopra.
Alla minima lunghezza focale di 10mm vediamo che abbiamo uno sguardo molto più ampio della scena.
Il cambio di lunghezza focale influenza anche la percezione della prospettiva, con valori bassi di lunghezza focale i soggetti in primo piano appaiono molto più grandi degli elementi sullo sfondo. Andando su lunghezze focali maggiori invece gli oggetti lontani e quelli vicini appaiono di dimensioni simili, comprimendo la prospettiva.
Scattando una fotografia a una strada (o a una fontana come in questo caso), la differenza nella prospettiva è molto evidente. Più andiamo su lunghezze focali alte e più le linee che si allontanano da noi diventano parallele tra di loro.
Entrambe le fotografie sono state scattate cercando di includere gli stessi elementi, possiamo vedere che nell’immagine sopra, scattata a 55mm, vediamo che sia l’inizio della fontana che il Palazzo della Cultura riempiono la composizione.
Nella fotografia sotto, scattata a 10mm, il Palazzo della Cultura è molto più piccolo ed è più evidente la convergenza verso il centro di tutte le linee che si allontanano da noi.
La lunghezza focale influenza anche quanto è ampia l’area a fuoco (chiamata profondità di campo) nelle nostre fotografie. Nelle foto grandangolari l’area a fuoco è più ampia, mentre se andiamo su valori alti di lunghezza focale (come nella foto sotto a destra), gli oggetti si sfocano più in fretta.
L’ultimo esempio ci permette di introdurre la ghiera della messa a fuoco, con la quale possiamo spostare il piano di messa a fuoco nella fotografia che stiamo scattando.
Utilizziamo la ghiera della messa a fuoco quando utilizziamo la messa a fuoco manuale (l’opzione MF) mentre lasciamo alla macchina fotografica di trovare la messa a fuoco quando impostiamo la messa a fuoco automatica (AF).
Scegliere correttamente cosa mettere a fuoco in un’immagine è molto importante, sia dal lato tecnico che dal lato artistico. Ciò che è a fuoco molto spesso è la prima cosa che viene guardata in un’immagine e a livello narrativo acquisisce ruolo di protagonista.
Ogni modello e marca di macchina fotografia ha sistemi leggermente differenti per la messa a fuoco automatica, ma per quanto riguarda la messa a fuoco attraverso il mirino si basano grossomodo tutti quanti sull’idea di una griglia di punti che possono essere utilizzati tutti quanti o in parte per la ricerca della messa a fuoco di una fotografia.
Utilizzando l’anteprima su schermo (chiamato liveview) possiamo spostare un rettangolino di selezione di una grandezza variabile per scegliere cosa vogliamo a fuoco.
Sopratutto sugli obiettivi zoom troviamo l’opzione per attivare lo stabilizzatore d’immagine, questo è un sistema che utilizzando dei piccoli motorini cerca di compensare le vibrazioni che la nostra mano trasmette alla macchina fotografica, diminuendo la quantità di mosso nelle immagini quando facciamo foto con tempi di scatto più lunghi oppure quando registriamo dei video. Lo stabilizzatore d’immagine è molto utile sopratutto se utilizziamo teleobiettivi senza un cavalletto.
Infine una variabile essenziale che dipende dall’obiettivo è l’apertura del diaframma, ovvero l’iride che si allarga o si restringe e regola quanta luce attraversa l’obiettivo. Parleremo molto di questo argomento nelle prossime lezioni, ma per ora possiamo anticipare che l’apertura del diaframma (controllata dal valore di F) influenza la profondità di campo e insieme a tempo di scatto e ISO regola l’esposizione.
Per questa puntata ho due ringraziamenti speciali da fare, il primo a Worldwide FX che mi ha permesso di registrare i nuovi episodi di P2L all’interno degli studi cinematografici e il secondo a Milena, che mi ha prestato la sua prima reflex e l’obiettivo standard con i quali ho potuto scattare durante il video gli esempi.
Attrezzatura utilizzata
Fotografia:
- Canon EOS 450D (fuori produzione)
- Canon EF-S 18-55mm f/3.5-5.6 IS
- Canon EF-S 10-18mm f/4.5-5.6
- Canon EOS M (fuori produzione)
- Canon EF-M 18-55mm f/3.5-5.6 IS STM
Ripresa video: