Esposizione
In questa lezione del corso di fotografia di Playerdue Lighting parliamo dell’esposizione, ovvero di quanto sono chiare o quanto sono scure le nostre fotografie e di come controllare questo risultato.
L’esposizione è la quantità di luce ambientale che attraversa l’obiettivo della nostra macchina fotografica per un certo lasso di tempo e colpisce il sensore della macchina fotografica impostato a una determinata sensibilità.
Con questa definizione abbiamo descritto le quattro variabili che regolano l’esposizione. Una è esterna ed è la quantità di luce presente nella scena che stiamo fotografando (che sia la luce del Sole, di lampadine o di flash) mentre le altre tre sono controllabili dalla macchina fotografica e sono l’apertura del diaframma, il tempo di scatto e la sensibilità ISO.
Una fotografia correttamente esposta rappresenta la luminosità della scena in maniera fedele.
Una fotografia sovraesposta è troppo chiara, mentre una fotografia sottoesposta è troppo scura. Per controllare l’esposizione dobbiamo imparare a gestire i tre valori di esposizione che troviamo nella nostra macchina fotografica.
L’unità di misura che si utilizza con l’esposizione è lo stop, che indica un raddoppio o un dimezzamento della quantità di luce iniziale. Per esempio aggiungere due stop vuol dire quadruplicare la luce di partenza.
Il tempo di scatto
Il tempo di scatto (abbreviato come T) regola il lasso di tempo durante il quale la luce colpisce il sensore e viene controllato dall’otturatore presente all’interno del corpo macchina.
Il tempo viene espresso in secondi o frazioni di secondo. Se sullo schermo o sul mirino della macchina fotografica il numero non ha altre indicazioni si legge come frazione di secondo. Per esempio 10 indica 1/10 di secondo invece 10” indica 10 secondi.
Tempi brevi di scatto come 1/400 di secondo portano a fotografie sottoesposte mentre tempi di scatto prolungati come 30” portano a fotografie sovraesposte.
Ogni volta che ci spostiamo di tre valori con il tempo di scatto, abbiamo raddoppiato o dimezzato la quantità di luce nella nostra fotografia, ovvero ci siamo spostati di uno stop.
Oltre l’esposizione, il tempo di scatto influenza anche la percezione del mosso nelle fotografie, come vedremo nelle prossime lezioni del corso di fotografia.
L’apertura del diaframma
L’apertura del diaframma (abbreviata come f/ o F) regola quanto è aperto il foro che lascia passare la luce attraverso l’obiettivo.
A differenza del tempo di scatto, il valore di F è un po’ contro-intuitivo: valori numericamente piccoli di F, come f/2.0, portano a un diaframma più aperto quindi a fotografie sovraesposte, mentre valori numericamente più grandi, come f/11 o f/22, chiudono il diaframma portando a fotografie sottoesposte.
Anche in questo caso, lo spostamento di tre valori di F corrisponde a una differenza di uno stop.
L’apertura del diaframma influenza insieme all’esposizione anche la profondità di campo, ovvero quanto è ampia l’area nitida davanti e dietro al punto di messa a fuoco, è un fattore molto importante quindi per controllare quanto è sfocato lo sfondo delle nostre fotografie.
La sensibilità ISO
L’ISO indica la sensibilità del sensore, nella fotografia analogica ogni pellicola aveva un preciso valore di sensibilità (il valore ASA) che non si poteva cambiare, ma nella fotografia digitale possiamo facilmente scegliere quanto il sensore sia sensibile alla luce che lo colpisce (dopo aver attraversato l’apertura del diaframma per un determinato tempo di scatto).
L’ISO procede in centinaia (100, 200, 400, 800, etc…) e valori bassi di ISO come ISO 100 portano a fotografie sottoesposte, mentre valori alti come ISO 3200 portano a fotografie sovraesposte.
In questo caso per spostarsi di uno stop basta spostarsi di un valore di ISO.
Modificare il valore di sensibilità del sensore non influenza altre caratteristiche della fotografia all’infuori dell’esposizione, possiamo utilizzarlo quindi come un valore jolly per ottenere l’esposizione che desideriamo.
Bisogna fare però attenzione a un particolare, valori alti di ISO aumentano la quantità di rumore digitale nelle immagini, che può portare a una diminuzione della qualità d’immagine, come mostra l’immagine qui sopra.
L’esposimetro
Lo strumento che ci permette di capire quali valori utilizzare per ottenere un’esposizione corretta è l’esposimetro. Dopo aver misurato la quantità di luce nel punto che ci interessa, l’esposimetro restituisce i valori di esposizione da utilizzare.
Esistono due tipi di esposimetri: l’esposimetro a luce incidente e l’esposimetro a luce riflessa.
L’esposimetro a luce incidente è un esposimetro esterno che si posiziona nel punto che ci interessa misurare. I valori che dobbiamo utilizzare vengono mostrati sullo schermo e possono essere utilizzatati direttamente, senza bisogno di interpretazione.
Questo tipo di esposimetro è frequentemente utilizzato per la ripresa professionale di video o fotografie, perché fornisce risultati affidabili. Lo svantaggio di questo tipo di esposimetri è il prezzo e la necessità di fare avanti e indietro per prendere le misurazioni o avere qualcuno che faccia da assistente.
L’esposimetro a luce riflessa invece è quello che si trova all’interno delle nostre macchine fotografiche e misura la luce che si riflette dagli oggetti e che attraversa l’obiettivo (per questo viene chiamato anche esposimetro TTL, through-the-lens = attraverso l’obiettivo).
L’esposimetro della nostra macchina fotografica comunica l’esito delle misurazioni che effettua con una piccola barra graduata, che va da -3 a +3. Se l’indicatore è al centro vuol dire che secondo la macchina fotografica l’esposizione è corretta, se è verso il -3 vuol dire che la fotografia è sottoesposta mentre se è verso il +3 è sovraesposta.
Visto che questo esposimetro misura la luce che viene riflessa dagli oggetti, i valori delle misurazioni devono essere interpretati in base a ciò che viene inquadrato.
Infatti la macchina fotografica restituisce valori di esposizione presupponendo che tutto ciò che vede abbia una luminosità grigia, ma nella realtà oggetti più scuri o più chiari riflettono quantità differenti di luce.
Per questo motivo se puntiamo un oggetto nero e prendiamo la misurazione dell’esposizione, i valori porteranno a una fotografia sovraesposta, perché la macchina fotografica cercherà di far apparire nella fotografia il nero come un grigio. Allo stesso modo puntando un oggetto bianco e seguendo la misurazione dell’esposimetro, la fotografia risulterà sottoesposta.
Se in queste tre fotografie ci concentriamo sul cartoncino che viene puntato al centro, possiamo vedere come la macchina fotografica abbia cercato di rendere grigio il cartoncino a prescindere dalla luminosità reale.
Conclusione
A livello tecnico l’esposizione è uno degli argomenti più importanti per chi si avvicina alla fotografia per la prima volta, può sembrare un tema molto complesso, ma scomponendolo nelle singole variabili e affrontando un particolare per volta in poco tempo ci troveremo a fare compensazione sull’esposizione e bilanciare tutti i valori senza nemmeno pensarci.
Nelle prossime lezioni vedremo come interpretare i valori che ci suggerisce l’esposimetro TTL e quali tecniche poter utilizzare per trovare più velocemente l’esposizione corretta per le nostre fotografie. Inoltre proporrò alcuni esercizi per allenare questo aspetto dello scattare fotografie.
Un ringraziamento speciale a Worldwide FX che mi ha permesso di registrare i nuovi episodi di P2L all’interno degli studi cinematografici.
Attrezzatura utilizzata
Fotografia:
- Canon EOS M (fuori produzione)
- Canon EF-M 22mm f/2.0 STM
Ripresa video: