I filtri a densità neutra (filtri ND)
I filtri fotografici sono delle lenti che si aggiungono sulla lente frontale dell’obiettivo o a volte anche tra obiettivo e corpo macchina. Grazie alle loro variegate proprietà ottiche offrono un controllo maggiore sui valori di scatto o effetti altrimenti impossibili da ottenere nelle nostre fotografie.
Nella fotografia digitale alcuni di questi filtri sono diventati obsoleti e possono essere replicati in post produzione, ma due filtri fotografici in particolare permettono di ottenere risultati che non si possono replicare in nessun altro modo: i filtri a densità neutra e i filtri polarizzatori.
In questo episodio avanzato del corso di fotografia di Playerdue Lighting ci concentreremo sui filtri a densità neutra e scopriremo a cosa servono e come utilizzarli.
I filtri a densità neutra (anche chiamati filtri ND, dall’inglese neutral density) sono come una lente di un paio di occhiali da sole e servono a sottoesporre di un tot di stop l’immagine che stiamo per scattare.
Questa sottoesposizione è molto utile in determinate situazioni per utilizzare i valori di scatto che vogliamo, mantenendo la fotografia correttamente esposta.
Per esempio se volessimo scattare una fotografia al mare di giorno per mostrare il mosso delle onde (come abbiamo visto nella lezione “Tempo di scatto e mosso”), scopriremmo che non riusciamo a raggiungere tempi di scatto sufficientemente lunghi, anche se utilizziamo un diaframma molto chiuso e l’ISO più basso che abbiamo a disposizione.
Cercando di avere più mosso nella fotografia raggiungiamo un punto dove l’immagine diventa sovraesposta e l’unica soluzione per continuare ad allungare il tempo di scatto è l’utilizzo di un filtro ND.
I filtri ND a densità costante
I filtri ND a densità costante sottoespongono una fotografia di un preciso numero di stop. Nella notazione più diffusa dopo la sigla ND è indicato il numero di volte che la luce viene diminuita, informazione che possiamo rapportare al numero di stop di sotto esposizione.
Un filtro ND2 sottoespone di uno stop, un filtro ND64 di 6 stop e un filtro ND1000 (che in realtà diminuisce di 1024 la luce che lo attraversa) sottoespone l’immagine di 10 stop.
Nell’esempio di questa lezione utilizzeremo un filtro ND1000, per sottoesporre l’immagine di 10 stop. Quando montiamo il filtro davanti all’obiettivo e scattiamo la fotografia vediamo che l’immagine è diventata quasi totalmente nera.
A questo punto dobbiamo compensare la perdita di esposizione, allungando il tempo di scatto dei 10 stop che il filtro ha tolto.
Per fare ciò possiamo utilizzare uno schema di conversione, che magari ci siamo stampati in precedenza, dove troviamo a ogni tempo di scatto iniziale, con un determinato filtro ND, quale tempo di scatto dobbiamo impostare per avere la stessa esposizione iniziale.
Ho realizzato un piccolo schema di conversione che potete scaricare in PDF o anche in DOC se volete modificarlo. Un ringraziamento ad Ale C per il suo articolo che ho usato come riferimento per realizzare questo documento.
Possiamo anche contare il numero di stop da recuperare direttamente sulla macchina fotografica (ricordandoci che lo spostamento di tre valori nel tempo di scatto corrisponde a uno stop). Questo metodo però è un po’ scomodo quando si utilizzano filtri ND molto densi.
Infine un metodo molto rapido è quello di utilizzare un’app sul telefono, come quella della NiSi, dove impostiamo il tempo di scatto iniziale, quale filtro ND stiamo utilizzando e l’app ci risponde con il tempo di scatto da utilizzare.
Nell’esempio di questa lezione, partendo da un tempo di scatto di 1/200 di secondo, una volta che montiamo il filtro ND1000, per ottenere la stessa esposizione iniziale dobbiamo impostare il tempo di scatto a 5 secondi.
A lunghe esposizioni scene come questa cambiano notevolmente, le onde del mare non sono più ben distinguibili ma sono diventate simili a una nebbia, per via del loro costante movimento.
Gli effetti dei filtri ND e di tempi di scatto lunghi sono molto evidenti in situazioni dove una parte della fotografia rimane immobile nel tempo mentre altri elementi si muovono.
Per esempio un paesaggio con le nuvole che si muovono, una piazza piena di persone che camminano o una strada con le macchine che sfrecciano veloci possono essere registrati nel loro spostamento o addirittura possono essere resi quasi invisibili, se il tempo di scatto è sufficientemente lungo.
I filtri ND a densità variabile
I filtri a densità variabile consentono di variare l’esposizione (bloccando più o meno luce) semplicemente ruotando la lente esterna del filtro.
Un filtro a densità variabile infatti è composto di due filtri polarizzatori montati insieme, che possono ruotare indipendentemente.
Lo svantaggio di questi filtri è una maggiore perdita di qualità (sopratutto con lenti più economiche) e l’impossibilità di sapere precisamente di quanti stop viene sottoesposta l’immagine. Le correzioni quindi devono essere fatte a occhio.
I filtri ND variabili vengono utilizzati sopratutto nella ripresa video, perché consentono di adattarsi velocemente ai cambi di luce nella scena che si sta inquadrando (senza dover cambiare i valori sulla macchina fotografica) e contemporaneamente consentono di impostare tempo di scatto e apertura del diaframma su valori luminosi, anche quando l’illuminazione è forte.
Questo è necessario per esempio se vogliamo utilizzare f/1.8 per avere lo sfondo ben sfocato in una ripresa ma allo stesso tempo vogliamo rimanere fissi su un tempo di scatto come 1/60 di secondo per avere il mosso cinematografico nei video che facciamo.
Altri utilizzi dei filtri ND
Nella ritrattistica, sopratutto quando si utilizzano i flash senza HSS, vengono a volte utilizzati filtri ND per sottoesporre l’immagine e poter utilizzare un diaframma molto aperto (per avere lo sfondo sfocato) e rientrare come valori di tempo di scatto all’interno del sync speed.
In questo caso però bisogna avere flash molto potenti per riuscire a illuminare il soggetto superando gli stop abbassati dal filtro ND.
Soluzione economica per filtri ND
Se siamo curiosi di provare a fare fotografie con filtri molto scuri per utilizzare tempi di scatto lunghi, possiamo acquistare una piccola lastra di vetro per le maschere da saldatura (a un prezzo di 1 o 2 euro) e tenerlo fermo davanti alla macchina fotografica, anche con un po’ di nastro telato.
Ci sarà perdita di qualità e probabilmente dovrete scattare in bianco e nero considerando le dominanti di colore che la lastra porterà nella fotografia, ma è un modo per giocare con le lunghe esposizioni senza spendere centinaia di euro.
Le scelta di un filtro ND
Per scegliere quale filtro ND comprare dobbiamo farci un’idea dell’utilizzo che ne faremo, in linea di massima possiamo seguire questo elenco:
- per scattare paesaggi classici = filtro ND fisso tra ND8 e ND64;
- per scattare a lunghissime esposizioni = filtro ND1000;
- per riprese video = filtro ND variabile.
Quale che sia il filtro che scegliamo dobbiamo considerare che in questo caso la qualità del prodotto è importante per non avere un aumento delle aberrazioni e un’eccessiva perdita di qualità.
Nella scelta del diametro del filtro invece conviene prendere il diametro più grande tra gli obiettivi che possediamo e utilizzare sugli altri obiettivi i filtri adattatori step-up che permettono di convertire l’avvitatura di un obiettivo a un diametro maggiore.
Infine esistono anche filtri ND a lastra, che hanno una forma quadrata e si infilano su adattatori appositi, pensati sopratutto per obiettivi con lenti che hanno un diametro frontale molto ampio.