Droni: DJI Mavic Mini e filtri Freewell
Il DJI Mavic Mini è un drone che sembra uscito da un videogioco di fantascienza! Sta sul palmo di una mano, è leggero, pieno di funzionalità, con una grande autonomia e il tutto a un prezzo abbordabile!
Questa è in realtà la seconda recensione che preparo sul Mavic Mini, a causa dell’emergenza legata alla pandemia non ho potuto completare la prima versione girata a febbraio.
Ma rimandare il video è stato molto utile, perché il Mavic Mini ora è ancora più appetibile grazie a un recente aggiornamento del firmware che ci dà maggiore controllo sui valori di scatto. Inoltre durante questo tempo ho avuto modo di fare più chiarezza sulle norme e le procedure da seguire per volare a norma di legge, semplificandole per voi in questo articolo.
Un ringraziamento speciale va alla Freewell che mi ha inviato il kit ALL DAY di filtri ND e polarizzatori e ha avuto la pazienza e la comprensione di aspettare mezzo anno prima di vedere la recensione dei loro prodotti
Il Mavic Mini è uscito sul mercato alla fine del 2019 in due versioni. La versione base con un prezzo di 400 euro include il drone, il radiocomando e una batteria.
Nella versione Fly More Combo a un prezzo di 500 euro abbiamo anche la borsetta, tre batterie in totale, il caricabatterie, i para eliche e alcune parti di ricambio in più.
Di tutti i droni attualmente in commercio della DJI, il Mavic Mini è ancora uno tra i più interessanti perché oltre a offrire un’estrema compattezza, ci semplifica di molto la vita a livello legislativo grazie al peso minore di 250 grammi.
Con la normativa europea che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021 (ma anche con le normative attuali) per pilotare droni più pesanti bisogna conseguire un patentino che si ottiene superando un esame online e pagando una tassa.
Per pilotare il Mavic Mini invece sono solo due le cose che dobbiamo fare:
- avere un’assicurazione per SAPR (Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto ) che hanno un prezzo di circa 35 euro annui;
- registrare il nostro drone sul sito D-Flight e al prezzo di 6 euro ottenere un QR code da attaccare sul drone, per permettere a chi lo scansiona di sapere chi ne è il proprietario.
Da chiuso il drone occupa pochissimo spazio (14×8.2×5.7 cm) e una volta aperto per volare basta collegare il proprio telefono al radiocomando, accendere entrambi e aspettare che si stabilisca la connessione tra i due.
Ogni batteria del Mavic Mini dà circa 25 minuti di autonomia, durante i quali abbiamo tutto il tempo per volare in giro e trovare le angolazioni giuste e le manovre più d’impatto per scattare fotografie e registrare video con la fotocamera da 12 megapixel.
Le fotografie hanno una risoluzione massima di 4000×3000 pixel, si può scattare solamente in formato JPG, sfortunatamente per ora non è possibile scattare in RAW.
I filmati sono registratati in 2K (2720×1530 pixel) a un massimo di 30 fotogrammi al secondo, oppure in HD a un massimo di 60 fotogrammi al secondo (con anche i valori intermedi di 50, 48, 30, 25 e 24 fps).
Rispetto ai modelli più costosi non si può registrare in 4K né utilizzare profili di colore logaritmici, che tornano molto utili quando si lavora nella correzione colore in fase di post produzione.
Sia foto che video hanno un’ottima nitidezza e una buona resa dei colori. Nel caso delle fotografie però andando a ingrandire è riconoscibile il sensore da 1/2,3”, simile a quello che si trova nei telefoni.
Ma il Mavic Mini non sarebbe così interessante se non avesse lo stabilizzatore a 3 assi sul quale è montata la fotocamera. Questo gimbal stabilizza anche le riprese più movimentate e ci permette di muovere l’inquadratura di 90° verso il basso e di 20° verso l’alto.
Grazie ai sensori di prossimità puntati verso il basso, il Mavic Mini può effettuare autonomamente atterraggi e decolli, evitare ostacoli sotto il drone e riuscire a mantenere la posizione in aria anche quando il segnale GPS è debole.
Il Mavic Mini ha anche quattro modalità di volo intelligente, dove selezioniamo il soggetto che ci interessa, premiamo START e il drone pensa automaticamente sia al movimento che all’inquadratura. Le quattro modalità che possiamo selezionare sono:
- dronie, dove il drone si allontana dal soggetto alzandosi di quota;
- ascesa, nella quale il Mavic Mini vola come un razzo verso l’alto, continuando a guardare il soggetto della ripresa;
- cerchio, senza alzarsi di quota il drone fa un giro intorno al dettaglio selezionato;
- spirale, nel quale il drone fa una spirale intorno al soggetto, via via alzandosi di quota.
Non avendo però i sensori di prossimità davanti e dietro, nel Mavic Mini la DJI non ha inserito anche le modalità di tracking continuo, dove il drone segue un soggetto, girandovi intorno o muovendosi di lato.
Tra i tanti accessori che si trovano da produttori di terze parti o come progetti da stampare con le stampanti 3D, tra i più importanti ci sono le custodie Lipo-Safe per conservare le batterie in periodi di inutilizzo o quando dobbiamo viaggiare in aereo.
I para eliche (inclusi anche nel kit Fly More Combo) sono importanti sopratutto per volare in interno, ma possono essere utilizzati anche in esterno quando c’è il rischio di collisione con persone o cose.
Sono comodi da avere anche gli accessori che bloccano le eliche quando riponiamo il drone, anche in questo caso possiamo comprarli o stamparli in 3D.
Grazie a un recente aggiornamento del Mavic Mini, finalmente abbiamo pieno controllo dei valori di esposizione e del bilanciamento nel bianco sia per le fotografie che per la registrazione di video. Questo ci permette di utilizzare appieno le potenzialità offerte dai filtri fotografici.
Il kit ALL DAY della Freewell ha un prezzo di circa 90 euro ed è pensato specificatamente per il DJI Mavic Mini e include 3 filtri ND (ND4, ND8, ND16), un filtro polarizzatore e 4 filtri ibridi, che sono sia filtri ND che polarizzatori (CPL/ND8, CPL/ND16, CPL/ND32, CPL/ND64).
Tutti i filtri hanno un’ottima qualità costruttiva e una buona qualità d’immagine. Si agganciano con due piedini di metallo nelle scanalature superiori della fotocamera del Mavic Mini. In questi sei mesi di utilizzo non ho mai avuto problemi di stabilità e sono sempre rimasti ben saldi sul drone.
I filtri ND sono utili nelle fotografie per utilizzare tempi di scatto lunghi e poter catturare anche di giorno il movimento di onde, fiumi, persone o macchine. Nei video invece si utilizzano per impostare dei valori fissi di tempo di scatto, che danno un mosso reputato più cinematografico.
I filtri polarizzatori invece eliminano una certa categoria di riflessi, dandoci immagini con vegetazione e cielo più saturi e bacini d’acqua più trasparenti.
Il filtro che ho utilizzato di più è stato il filtro ibrido CPL/ND32 che ha il giusto grado di sottoesposizione per riprese diurne, dando anche la possibilità di controllare la polarizzazione.
L’unico problema che ho riscontrato a volte con i filtri ibridi è la presenza di un piccolo lens flare in un angolo, quando il sole colpisce diagonalmente l’obiettivo. Ma devo ancora appurare se è un problema della lente oppure se è un posizionamento errato del filtro
La Freewell offre anche kit più piccoli, tra i quali quello che consiglio io è il BRIGHT DAY che include i 4 filtri ibridi ND/polarizzatori e ha un prezzo di circa 55 euro.
Per chi ha bisogno di riprese 4K, fotografie RAW, profili logaritmici e modalità automatiche più avanzate, un’alternativa è il Mavic Air 2, più grande e pesante del Mavic Mini, ma superiore in ogni altro aspetto (anche nel prezzo di 800 euro) al piccolo drone di questa recensione.
In definitiva il DJI Mavic Mini è un drone piccolo, potente e divertentissimo da utilizzare. Non vedo l’ora di fare altre escursioni e catturare nuovi filmati cinematografici!