Profondità di campo
In questa lezione del corso di fotografia online e gratuito di Playerdue Lighting parleremo della profondità di campo.
La profondità di campo è molto importante a livello creativo, compositivo e narrativo nelle nostre fotografie perché imparando a controllarla, possiamo scegliere quanto è ampia l’area a fuoco in una fotografia e quanto è sfocato il primissimo piano e lo sfondo.
Per dare una definizione più precisa, la profondità di campo è l’area che appare nitida davanti e dietro al piano di messa fuoco.
Quindi più è larga quest’area e più avremo tutto a fuoco, mentre più stringeremo la profondità di campo e meno saranno i dettagli che vedremo chiaramente e allo stesso dovremo fare più attenzione a essere precisi con la messa a fuoco.
Possiamo influenzare l’ampiezza della profondità di campo cambiando il valore di F, ovvero l’apertura del diaframma e la distanza di messa a fuoco.
Altre due variabili che influenzano indirettamente e apparentemente la profondità di campo sono la lunghezza focale e la grandezza del sensore.
Apertura del diaframma
Chiudendo e aprendo l’apertura del diaframma all’interno del nostro obiettivo possiamo modificare quanto è larga la profondità di campo.
Quando apriamo l’apertura del diaframma, utilizzando valori bassi di F come f/1.8, la profondità di campo si stringe, dandoci un’area nitida davanti e dietro al piano di messa a fuoco più stretta e di conseguenza uno sfondo è un primissimo piano più sfocati.
Al contrario quando chiudiamo l’apertura del diaframma, con valori come f/11 o f/22, la profondità di campo diventa più ampia, così da avere più dettagli che appaiono a fuoco nella fotografia e di conseguenza uno sfondo e un primissimo piano meno sfocati.
Distanza di messa a fuoco
La seconda variabile che influenza l’ampiezza della profondità di campo è la distanza di messa a fuoco.
Mettendo a fuoco un soggetto lontano dalla macchina fotografica, allargheremo la profondità di campo. Quindi avremo più dettagli nitidi davanti e dietro al piano di messa fuoco e meno sfocato.
Per questo motivo quando si fanno fotografie di soggetti lontani è più facile per esempio avere un gruppo di persone a fuoco, anche se si trovano a distanze differenti.
Diminuendo via via la distanza di messa a fuoco, stringeremo la profondità di campo. Quindi avremo meno dettagli nitidi e un maggiore sfocato.
Questa è una meccanica molto nota a chi fa fotografie macro, dove i soggetti sono così vicini che è impossibile avere un intero soggetto a fuoco, come l’esempio qui sotto dove a f/5.0 è a fuoco solamente il piano che interseca l’occhio più vicino della mantide e parte del corpo.
Nella fotografia macro spesso si utilizza per questo motivo il focus stacking, di cui parleremo in una lezione apposita del corso avanzato e che consiste nell’unire insieme più fotografie per aumentare la profondità di campo in post-produzione.
Lunghezza focale
Come preciseremo alla fine di questa lezione e approfondiremo in una lezione del corso di fotografia avanzato, anche la lunghezza focale ha un effetto indiretto sulla profondità di campo, a patto che rimaniamo fermi nel momento in cui cambiamo la lunghezza focale del nostro obiettivo, o per dirla in termini più semplici zoomiamo.
Quando utilizziamo valori di lunghezza focale bassi come 18mm o 10mm, quindi scattiamo fotografie più ampie, la profondità di campo si allarga.
Quando andiamo su valori più alti di lunghezza focale, come 50mm o 100mm, quindi zoomiamo maggiormente, la profondità di campo si stringe.
Grandezza del sensore
Per ora che siamo all’inizio del nostro percorso fotografico ci basta ricordare che con sensori più grandi, come per esempio di reflex fullframe, è più facile ottenere una profondità di campo più stretta e maggiore sfocato.
Al contrario con sensori piccoli, come quello di un telefono, sarà più facile avere una profondità di campo ampia.
Quindi per fotografie di paesaggi, la profondità di campo di un telefono sarà pratica mentre con una reflex o una mirrorless riusciremo più facilmente a fare fotografie di ritratti o oggetti, dove vogliamo lo sfondo sfocato.
Semplificazioni volute nella lezione
La riedizione di questa puntata sulla profondità di campo ha richiesto una lunga riflessione su come affrontare l’argomento per renderlo di facile comprensione e allo stesso tempo corretto nelle definizioni.
Affronteremo di nuovo l’argomento della profondità di campo, con un approccio più teorico e preciso, ma come anticipazione possiamo dire che la lunghezza focale non influenza la profondità di campo quando manteniamo il soggetto alla stessa dimensione tra le fotografie.
Infatti scattando una foto a 18mm e una a 55mm e spostandoci così da avere il soggetto che occupa grossomodo lo stesso spazio all’interno della composizione, notiamo che la profondità di campo è uguale. Nell’esempio possiamo vedere che le etichette sono sfocate allo stesso modo tra i due scatti.
A cambiare è soltanto la dimensione dei soggetti più vicini e più lontani.
Lo sfondo che sembra più sfocato, in realtà è solamente più ingrandito, effetto che viene utilizzato per esempio nella ritrattistica, perché comunque permette di isolare ulteriormente il soggetto fotografato.
Conclusione
La profondità di campo è uno strumento molto potente che abbiamo a nostra disposizione quando scattiamo una fotografia e si lega imprescindibilmente alle decisioni che prendiamo nella composizione e nell’illuminazione di una scena.
Con una profondità di campo stretta possiamo concentrare l’attenzione di chi guarda la fotografia su un punto specifico, isolando il soggetto che ci interessa e mandando sfuocato sia il primo piano che lo sfondo.
Questo è un approccio che si utilizza spesso per la fotografia di ritratti, di prodotti o anche di animali (come per esempio l’avifauna).
Al contrario con una profondità di campo larga, massimizziamo la quantità di dettagli a fuoco, permettendo all’occhio dello spettatore di muoversi liberamente all’interno dell’immagine, guidato magari dalla composizione della fotografia o altri elementi.
La paesaggistica è il genere che più sfrutta la profondità di campo larga arrivando anche all’utilizzo di una tecnica più avanzata che sfrutta la distanza iperfocale, dove con un’attenta calibrazione dei valori di lunghezza focale e distanza di messa a fuoco è possibile ottenere la profondità più ampia possibile in quella determinata situazione.