D&R – Ho più sfocato a 18mm f/3.5 o a 55mm f/5.6?
La domanda a cui risponde l’episodio di oggi è: «Ho più sfocato a 18mm f/3.5 o a 55mm f/5.6?» Questa domanda presto o tardi viene in mente quando si inizia a prendere dimestichezza con le basi della fotografia e si utilizza l’obiettivo standard 18-55mm, che viene solitamente incluso insieme a un corpo macchina reflex o mirrorless.
Il 18-55mm è un obiettivo con il valore minimo di apertura del diaframma variabile: a 18mm infatti possiamo arrivare fino a f/3.5 ma via via che aumentiamo la lunghezza focale il valore minimo sale e a 55mm arriva a f/5.6.
A questo punto viene da chiedersi quale delle due combinazioni dà una profondità di campo più stretta quando teniamo il soggetto delle stesse dimensioni rispetto alla composizione.
La risposta è che a 18mm f/3.5 abbiamo una profondità di campo più stretta e di conseguenza uno sfondo più sfocato.
Ma la differenza di profondità di campo è così piccola che solitamente non si nota a colpo d’occhio e quindi possiamo prendere in considerazione due vantaggi dello scattare a 55mm f/5.6, soprattutto se si parla di ritrattistica o fotografia di oggetti.
Il primo vantaggio è che vediamo una parte più piccola di sfondo. In questo modo sia possiamo isolare meglio il nostro soggetto da dettagli circostanti che potrebbero dare fastidio e sia abbiamo comunque l’illusione che la sfocatura dello sfondo sia maggiore, visto che la porzione che vediamo viene ingrandita.
Il secondo vantaggio dello scattare a 55mm che interessa soprattutto la ritrattistica sta nell’avere meno distorsione prospettica. Infatti a 55mm ci dobbiamo allontanare di più dal soggetto che stiamo fotografando e questo fa sì di avere il volto più simile a come lo vediamo normalmente.
Quando fotografiamo a 18mm, per avere il viso che occupa la stessa area nella composizione, dobbiamo avvicinarci così tanto al soggetto che la prospettiva inizia a distorcersi, dando un effetto a lente di ingrandimento, che è poco piacevole per i ritratti classici.
Quando avete dubbi molto tecnici sulla profondità di campo e sulla relazione che ha con tutte le altre variabili di uno scatto, potete sperimentare con il sito DOF Simulator, che permette di immettere tutti i dati e vedere in tempo reale come reagirà la profondità di campo.
Vi consiglio però di non concentrarvi solamente sulla teoria e sui dati numerici ma di scattare fotografie di tutte le situazioni e la varianti che ci interessano per capire quali risultati si adattano di più al nostro stile e allo scopo delle nostre fotografie.