Sai che su Facebook pure io l'avevo scambiato per un cerotto e, per questo, non ne ho fatto cenno.
Ribadisco, pero', il mio pensiero su quanto ormai il cyberprogresso ci abbia alienato, rendendoci schiavi di queste armi di comunicazione di massa.
Lo dico pur consapevole del fatto che e' ormai impossibile vivere senza internet, uno smartphone, un pc, se non altro per tenersi in contatto (almeno io) con quei pezzi del nostro cuore che sono lontani.
Tuttavia mi piace ricordare, con una punta di malinconia, di quanto erano belli quei viaggi in treno - avevo 18 anni!- da Crotone a Bologna, 12 ore di risate, lo scompartimento chiuso con una cinta per calzoni a far da lucchetto, tanto vino (si arrivava al mattino a Bologna ubriachi marci!), dormire manco a parlarne e, spessissimo, nuove amicizie.
Erano viaggi bellissimi, indimenticabili.
Telefoni?
La cabina telefonica sul primo binario a Bologna Centrale, due/quattrocento lire: "Mamma sono arrivato, tutto ok, ciao!".
Altro che uazzap!
Ora, probabilmente, staremmo incollati al monitorino, condividendo status e status su come sia palloso viaggiare in treno.
Fortuna che ho/hai/abbiamo avuto il tempo di vivere anche un altro tempo.
La pulizia estetica (rotta per un attimo, ora lo so, dalla fin troppo umana piuma) della foto e' sensazionale.
Ma e' inutile sottolinearlo.
I tuoi scatti mi danno sempre tanto da pensare, mannaggia a te.
Ciauz.