La tua osservazione è interessante per innescare un dibattito sulla cosa ... credo che siamo in tanti e ognuno la penserà in maniera diversa ... per cui sarebbe interessante discuterne.
Ma ti posso garantire che, tralasciando la tecnica di stratificazione dei negativi usata da questo artista, oggi la carta fotografica a contrasto variabile (che all'epoca dell'artista non esisteva) ti consente di manipolare un immagine nella stessa maniera. Ma attenzione: l'unica manipolazione di cui stiamo parlando è la correzione soggettiva del contrasto.
Poi c'è il viraggio seppia che però non classifico personalmente come "manipolazione" (tra l'altro a me non piace per nulla). E lui non usa la sbianca locale (quella si che probabilmente è qualcosa che va oltre).
Anch'io credo che il tema sia interessante, tuttavia eviterei di addentrarmi nella comparazione dettagliata
dei due processi, analogico e digitale.
Certo è interessante apprendere le tecniche di sviluppo e stampa a volte molto raffinate che venivano applicate all'analogico, così come è interessante conoscere quelle digitali,
tuttavia io mi limito a focalizzare il discorso solo sui risultati finali e cosa importante, in riferimento non al contenuto compositivo o al valore espressivo assoluto dell'immagine, ma semplicemente in relazione a quanto prodotto
dai due diversi metodi di sviluppo.